Non c'è modo migliore di conoscere una persona (specialmente di questo tipo) che sentirla parlare. Ti consiglio la lettura del
Libro della Beata Angela da Foligno, praticamente una raccolta di appunti, che riporta precisamente e con un'incredibile freschezza le parole stesse uscite dalla bocca di questa grande mistica, quello che confidava ad un padre francescano (nel libro viene indicato soltanto con la lettera A.: molto probabilmente era suo cugino Arnaldo).
Personalmente, ho letto:
Angela da Foligno,
Lettere e pensieri, San Paolo Edizioni, 1998
Eccola. A dire il vero, quella è soltanto una statua di legno vestita a grandezza naturale che fa da reliquiario per le sue ossa.
La scritta
magistra theologorum incisa sul marmo dietro l'urna è molto eloquente per definire come "Lella" (com'era confidenzialmente chiamata) era considerata già dai suoi contemporanei.
Un particolare interessante e che frate Arnaldo era sì confessore di "Lella", ma non appare come suo direttore spirituale; anzi, è a tutti gli effetti suo discepolo, dato che la chiama "maestra"; lo stesso rapporto che c'era tra Santa Ildegarda di Bingen e il suo "segretario" Volmar. E, proprio come Santa Ildegarda, la Beata Angela era direttrice spirituale di moltissime persone che si rivolgevano a lei verbalmente o per lettera.
Ti lascio il gusto di scoprire la personalità di "Lella" dalla sua stessa bocca. Vedrai che può essere considerata a tutti gli effetti una "filosofa", come all'epoca sua era a tutti gli effetti conosciuta. Ti anticipo come assaggio una delle sue preghiere contenute nel libro, una delle mie preferite: ogni riga è un trattato di teologia.
O Signore,
fammi degna di conoscere e capire la tua suprema carità,
con la quale hai creato me.
Rendimi capace, o Incomprensibile,
di conoscere e capire la tua inestimabile e ardentissima carità,
con quella sviscerata dilezione,
con la quale hai scelto dall'eternità
il genere umano a vedere la tua visione;
e tu, Altissimo, ti sei degnato di volere vedere la nostra.
Rendici degni, Signore,
di conoscere la nostra colpa,
affinché possiamo, attraverso essa, conoscere l'Umanato,
che tu hai mandato,
designato per noi, in relazione alla stessa colpa.